Se cambi lavoro, il rimborso IRPEF te lo paga il vecchio sostituto
In caso di cessazione del rapporto di lavoro (per dimissioni, licenziamento o altro), la dichiarazione dei redditi già presentata rimane valida anche se compilata con il vecchio datore di lavoro come sostituto d’imposta.
Cosa succede se il risultato è un rimborso (credito)?
Secondo la Circolare 14/E/2013 dell’Agenzia delle Entrate, anche dopo la fine del rapporto di lavoro, l’ex datore (ovvero il sostituto d’imposta indicato nel 730) resta responsabile del rimborso. Deve quindi effettuarlo riducendo le ritenute sugli stipendi degli altri dipendenti, nei tempi previsti dalla normativa.
Se il sostituto si rifiuta formalmente di operare il rimborso, è comunque possibile richiederlo nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo.
E se, invece, il modello indica un debito?
In caso di debito, l’ex sostituto non può trattenerlo dalla retribuzione (dato che il rapporto è cessato). Dovrà quindi:
- Comunicare all’interessato l’importo dovuto;
- Consentire il pagamento diretto tramite modello F24;
- In alternativa, se nei mesi successivi ha somme da erogare (come TFR o liquidazioni), può compensarle, con l’applicazione di interessi mensili dello 0,40 %
Riepilogo pratico
| Situazione | A chi spetta il rimborso o pagamento? |
|---|---|
| Conguaglio a credito (rimborso) | Ex sostituto d’imposta, anche dopo cessazione del rapporto |
| Rifiuto formale del rimborso | Il contribuente può recuperare la somma nella dichiarazione successiva |
| Conguaglio a debito (pagamento) | Il contribuente paga con F24; eventuale compensazione su future somme è possibile |
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